mercoledì 25 febbraio 2009

» Capitolo VI (b)

Gheorge si alzò di scatto, prese la sedia su cui era seduto e la scaraventò fuori dalla finestra, mandandola in mille pezzi.
“Non provare a giudicarmi, ragazzo. Per colpa di Anne e Thomas ho perso tutto. Potevamo fare un mucchio di soldi, ma loro sono rimasti fedeli ai loro stupidi principi. Tutte stronzate che spacciate voi in gonnella.” disse indicando Matteo. “Guarda cosa mi hanno fatto, mi hanno rinchiuso in un carcere per anni, ho perso la famiglia, il mio denaro. Ma ora voglio riprendermi tutto e con gli interessi.”
Matteo spalancò le braccia “Oh poverino. Non farmi ridere. Tu volevi da subito la formula di Anne e Thomas, a tutti i costi. Sapevi che il laboratorio, una volta iniziata la distribuzione, ti avrebbe portato soldi a palate. Ma no, tu volevi tutto e subito e solo per te. Così come sapevi che appena Anne o Thomas avessero scoperto i tuoi veri clienti, ti avrebbero mollato. Ecco perché hai agito d’anticipo. Ma non avevi fatto i conti giusti, da solo non potevi fare nulla. E non parlarmi della famiglia, ne tua moglie ne tuo figlio sapevano realmente chi eri o cosa facevi. Partivi sempre per viaggi di lavoro. Quanti giorni hai passato con loro?”
Gheorge guardò Robert, ma non disse nulla.
“Senti gonnella, come fai a sapere tutte queste cose sul mio passato?”
“Semplice guarda tu stesso” Matteo prese i fascicoli è li lanciò sul tavolo verso l’uomo.
“Nel fascicolo blu, troverai un rapporto dettagliato che i nostri amici dei servizi segreti tedeschi, ci hanno fatto avere quando hanno scoperto la morte del missionario. C’è tutta la tua storia dal momento in cui ti hanno preso, alle cure di Anne e Thomas, alla prigionia, fino alla tua evasione.
Nel fascicolo bianco c’è tutta la storia di Anne e Thomas, informazioni che avevamo già, tranne il fatto che quando hanno ripreso la produzione della sostanza fosse per te.
Quando sono partito da Roma, immaginavo che potevi esserci tu dietro a tutto questo.
Arrivando qui ed incontrando un ragazzo con lo stesso nome e cognome di tuo figlio, non poteva essere una coincidenza. Aspettavo una telefonata di conferma, ma leggendo poi il fascicolo su Robert non ho più avuto dubbi, era proprio tuo figlio.”
Gheorge sfilò una pistola da dietro la cintura dei pantaloni e la puntò verso Matteo.
“Bene gonnella, hai parlato anche troppo. Anch’io avevo le mie informazioni e sapevo che il Vaticano aveva mandato uno dei suoi. Ora ha raggiunto il suo principale e presto tu lo seguirai.
Robert sta a te decidere, cosa vuoi fare? Torna con me. Porterò i due libri a quelli che mi hanno liberato, poi chiuderò per sempre con questa vita. Saremo solo io, te e tua madre. Ce ne andremo dove nessuno ci potrà mai trovare e ricominceremo da zero. Coraggio figliolo, vieni con me.” dicendo così allungò la mano in direzioni di Robert.
Il ragazzo si alzò ed iniziò ad avvicinarsi.
Matteo lo afferrò per un braccio “Pensa bene a quello che fai, non potrai tornare indietro.”
“Basta gonnella, lascialo, o ti faccio saltare la testa adesso.”
Matteo mollò la presa, Robert iniziò ad avvicinarsi al padre.
Quando gli fu vicino prese la sua mano “Eccomi papà, ho sempre rimpianto che te ne fossi andato in cielo quando ero piccolo. Avrei voluto che tu fossi lì vicino a me nei momenti felici della mia vita e nei momenti difficili per consolarmi. Quando vedevo la mamma piangere, sapevo che pensava a te. Ed ora che ti conosco meglio, ho capito che il padre che rimpiangevo, non è mai esistito.” Strinse la mano di Gheorge e gli piegò il braccio dietro la schiena. Matteo era già su di loro, riuscì a disarmarlo e gettò la pistola dalla finestra. L’uomo era più forte del previsto. Nonostante due pugni al ventre tirati da Matteo, aveva ancora tutta la sua forza. Girò di lato scaraventando Robert per terra, il libro gli sfuggi di mano, scorrendo sul pavimento per qualche metro. Matteo fece per recuperarlo,ma un calcio allo sterno buttò giù anche lui.
Gheorge ansimante si avvicino al piano di lavoro della cucina e prese un grosso coltello.
“Così avete deciso di morire. Peccato Robert, potevamo essere potenti, pieni di denaro e felici. Speravo fossi più ragionevole, ma frequentando Anne e Thomas, ti sei rammollito come loro. Non voglio un figlio come te.”
Gheorge si avvicinò ai due, che intanto si erano rialzati in qualche modo. Brandì il primo fendente verso Robert che lo schivò. Matteo ne approfittò e raccolse il libro da terra. Ne strappò qualche pagina ed allungandole a Robert disse “Corri!” Robert saltò fuori dalla finestra rotta in precedenza.
Spiazzato Gheorge si girò verso Matteo “Ora che fai, segui tuo figlio o segui me?” Prese la rincorsa e si lanciò dalla finestra dal lato opposto sfondandola.
Quando Matteo fu all’altezza della cascina si fermò, voleva essere sicuro che Gheorge stesse inseguendo lui.
Invece no, vide una figura correre verso il bosco ed un’ombra più grande seguirla a pochi metri.
“Che stupido, proprio nel bosco doveva infilarsi”
Iniziò a correre verso di loro, ormai era sera e non era facile vedere dove mettere i piedi. Trovarli non sarebbe stato semplice e la mimetica di Gheorge non facilitava certo le cose.
Poco dopo si udì in grido, Matteo cuore in gola corse verso quella direzione.
Sperava con tutte le sue forze di arrivare in tempo. Dopo un attimo si trovò in una piccola radura, Robert era a terra e cercava di ripararsi in qualche modo con il braccio sinistro. La spalla del destro era piena di sangue. Gheorge era in piedi vicino a lui, con il coltello alzato stava per sferrare il colpo decisivo.
“Fermati Gheorge, fermati ti ho detto!”
Matteo si avvicino, mostrando un rosario.
Gheorge lo guardò e si mise a ridere “Che vuoi fare? Un esorcismo, un rito magico? Meglio se reciti qualche preghiera per la tua anima”
“Fermati Matteo, scappa” aveva gridato Robert mentre tentava di allontanarsi strisciando sulla schiena.
“Fermo qui!” Gheorge lo prese per una gamba e gli piantò il coltello nel polpaccio fino a conficcarlo nel terreno “ora non mi scappi più”
L’urlo di dolore di Robert rimbombò per tutta la vallata, ormai era in balia di suo padre.
Matteo lo prese di sprovvista alla spalle, gli avvolse al collo il rosario ed iniziò a strangolarlo.
Gheorge nel tentativo di liberarsi dalla presa iniziò a divincolarsi, ma nulla.
Tirò il rosario, ma non si strappava.
“E’ inutile che provi, i grani di questo rosario sono uniti da un filo d’acciaio.”
Gheorge iniziava a perdere le forze, da prima si inginocchiò, poi paonazzo in viso e senza fiato, cedette, stramazzando al suolo.
Solo allora Matteo mollò la presa e corse da Robert.
“Come stai?”
“Cristo santo, mi fa un male porco. Ma dimmi è morto?”
“No, ha solo perso i sensi. Ora stringi i denti, ti tolgo il coltello”
Matteo strinse la gamba, afferrò il coltello e con un colpo secco lo estrasse.
Robert gemette di nuovo. Matteo prese la cintura dei suoi pantaloni e strinse la gamba di Robert.
“Devo fermarti l’emorragia.” Strinse a più non posso ed il flusso di sangue diminuì.
“Ora fammi vedere la spalla”
Un calcio su un fianco lo fece volare di lato, ora i due erano per terra e Gheorge in piedi vicino a loro.
“Stupidi ci vuol altro per uccidermi, ora morirete.”

(Autore: Francesca Bellei)

Questo è il secondo dei due capitoli VI selezionati, ed è il seguito del capitolo V del filone più giallo/noir della storia. Per continuare a scrivere il seguito vi basterà leggere i primi tre capitoli e poi seguire il IV, il V e il IV del filone b. Una volta deciso come procedere, trasformate l'idea in un testo tra i 3000 e i 12000 caratteri, e inviatelo sempre a bookmodena.noir@gmail.com (con la nota di liberatoria, come da regolamento) entro domenica 01 marzo, ore 23. Questo sarà probabilmente l'utimo capitolo con la possibilità poi di un epilogo. Dovrete pertanto portare la storia vicino alla conclusione se non finirla propriamente. Per questo motivo avete anche più battute da utilizzare per dar corpo alle ultime scene.
N.B. nel post di questo BLOG al capitolo VII troverai alcuni spunti

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